Space Pioneers : The Analog Astronaut Experience

Il 24 ottobre ci siamo collegati in diretta con il centro AATC (Analog Astronaut Training Center) in Polonia, insieme al Prof. Bernard Foing, astrofisico e ricercatore, e Roberto Landolina, studente di Ingegneria Aerospaziale presso il Politecnico di Torino e socio AESA, per discutere di come sia possibile vivere in un prototipo di abitazione lunare o marziana e descrivere l’affascinante esperienza degli Analog Astronauts del progetto EuroMoonMars.

Il Prof. Foing è stato il padre della missione SMART 1, prima sonda europea lanciata in orbita intorno alla Luna con lo scopo di testare nuove tecnologie spaziali, ma anche di raccogliere informazioni sulla Luna e sulla sua formazione.

Attualmente è Direttore Esecutivo dell’International Lunar Exploration Working Group (ILEWG), progetto nato come collaborazione tra diverse università e agenzie spaziali mondiali interessate alla realizzazione di un piano per l’esplorazione della Luna. ILEWG sta svolgendo ricerche rivolte anche alla colonizzazione della Luna e di Marte, con il progetto EuroMoonMars, che prevede missioni sul campo in ambienti che simulano l’ambiente lunare e marziano, organizzate in luoghi specifici di interesse tecnico, scientifico ed esplorativo.

Durante la sua introduzione il Prof. Foing ci ha illustrato alcune delle campagne principali realizzate dal progetto EuroMoonMars nel corso degli anni, in Germania, alle Hawaii e in Islanda, con costruzioni di lander per testare determinate strumentazioni e simulazioni di basi lunari con permanenza di gruppi di astronauti.

Quest’anno in particolare, in Polonia si è svolta la simulazione in habitat lunare con il programma EMMPOL, che ha visto due squadre di astronauti alternarsi, con l’obiettivo di raccogliere tutti i dati finalizzati alla creazione di un villaggio lunare sostenibile.

Il comandante di una delle due squadre, la Crew EMMPOL 2, è proprio lo studente del PoliTo Roberto Landolina, affiancato da i tre studenti dell’IPSA  Julien Bardin-Codine (Vice Comandante), Quentin Gouault (Ufficiale per le Comunicazioni e esperto di stampa 3D) e Hugo Castaing (Astrobiologo).

Ci siamo collegati quindi con Roberto, che durante la conferenza ha avuto modo di spiegarci qual è stato il suo percorso.

Al termine dei suoi studi, col desiderio di svolgere la tesi di laurea in un ambito nel settore spaziale che diventerà predominante nei prossimi anni, ovvero quello dell’esplorazione, Roberto è entrato in contatto di sua iniziativa col Prof. Foing.  È stato quindi subito introdotto al progetto EuroMoonMars e in particolare alle Analog Missions, ovvero simulazioni con lo scopo di raccogliere dati per studiare l’abitabilità dell’ambiente lunare o marziano nell’ottica di una futura colonizzazione.

La simulazione a cui ha partecipato ha avuto in particolare una finalità di tipo medico, ovvero quella di studiare gli effetti dell’isolamento sul corpo e sulla mente umana costretta a confrontarsi con quel tipo di habitat.

La vita all’interno della simulazione, ci ha spiegato, è estremamente schedulata: per poter raccogliere tutti i dati necessari, gli Analog Astronauts devono seguire una dieta particolare e devono eseguire quotidianamente una serie di test, per poi passare alla vera e propria attività di ricerca, differenziata per ogni membro della Crew in base al proprio ruolo.

Tra le ricerche condotte dalla Crew EMPOLL2 rientrano: lo studio su campioni di un tipo di acqua fortemente basica che previene la formazione di minerali nei reni, condizione frequentemente riscontrata dagli astronauti che effettuano voli spaziali; lo studio della crescita di piante e alghe in determinate condizioni di luce; esperimenti con la stampa 3D; esperimenti medici sugli effetti dell’isolamento sulla psiche; e molti altri esperimenti anche in campi differenti, come quello di cui Roberto si è occupato personalmente, ovvero lo studio sull’impatto che le attività svolte dagli astronauti hanno sulla quantità di CO2 emessa nell’aria dell’ambiente di simulazione.

La struttura nella quale vengono svolte le Analog Missions ha lo scopo di simulare le condizioni di isolamento che si avrebbero nella realtà, per questo si presenta come un “casa riadattata”, divisa in vari moduli in base alla funzione che devono svolgere. Tra questi, ad esempio, il modulo di allenamento fisico, il modulo living, in cui la Crew può rilassarsi, il modulo che ospita i laboratori per effettuare gli esperimenti, il modulo destinato alla cucina e infine il modulo bedroom, con una luce che cambia colore in relazione al momento della giornata.

L’esperienza di Roberto, oltre ad essere estremamente affascinante, è la dimostrazione di come, solo provandoci e cogliendo le occasioni, sia possibile realizzare obiettivi che potrebbero all’inizio sembrare impossibili da raggiungere, come quello di entrare a far parte in un progetto di tale portata. Condividerla con voi, come lui stesso ci ha ricordato, vuole dunque essere “un invito a fare qualcosa che spesso noi giovani tendiamo a non fare, cioè a credere nelle opportunità”.

Se non avete avuto modo di partecipare all’evento, ma vi siete incuriositi e volete conoscere meglio i dettagli del progetto descritti dal Prof. Foing e da Roberto in prima persona, è al momento disponibile la registrazione della conferenza a fine articolo.

Speriamo che l’evento vi sia piaciuto. Continuate a seguire AESA per non perdere i prossimi!

Vi aspettiamo!

Space Pioneers – The Analog Astronaut Experience